L’idea è stimolante: disputare il torneo Master con i colori della nostra squadra. Dopo i tanti tornei in giro per l’Italia, i due campionati di serie B a Roma, un master prato ed un master indoor, giocati con tante maglie diverse la molla è scattata nella nostra mente, la mia e quella di Ilario Vannucchi (classe 1963). Organizzare la squadra Master over 50 a Pistoia per partecipare all’edizione 2016 a San Vito. Il Consiglio approva l’idea e mi viene dato il via libera per quest’avventura. Con Ilario ci mettiamo subito in moto. Fabio Papini (classe 1954) è dei nostri e l’ossatura della squadra parte proprio da noi tre, fiorentini doc, adottati da Pistoia alla fine dello scorso secolo. Per dare maggior peso alla partecipazione ci vuole una maglia, come in passato era già accaduto. A Mori fu arancione per tenere a battesimo il Pistoia Asfalti, a San Vito sarà sempre arancione ma porterà il nome Pistoia Master. La ordiniamo a Dario Cioni, marca Tk. La strada è tutta in salita, per vari motivi nessuno degli storici giocatori pistoiesi “doc” è disponibile per questa edizione e sono consentiti solo quattro prestiti. Nonostante ciò vogliamo mettere in piedi una squadra il più pistoiese possibile e cerchiamo di coinvolgere, in primis, giocatori che abbiano già vestito la maglia arancione. Le case si fanno dalle fondamenta: ci vuole un portiere, anzi una saracinesca, nell’hockey a 7 è ancora più fondamentale. Prendiamo il Migliore, Mario Pompili (classe 1967) un campionato indoor di serie A nel Pistoia. Ci vuole un mister, anzi il Mister con cui costruire la squadra. Filippo Treno non si tira indietro e si mette subito all’opera con il suo consueto entusiasmo. Mario Borioni (classe 1967) “cussino” bolognese con tante presenze tra le file dell’HC Pistoia, ci conferma subito la propria disponibilità. Sarà il centrale di una difesa impenetrabile. Altri due storici bolognesi già militanti nel Pistoia, Cippo e Rambo non sono disponibili ma Piero Pagni (classe 1966, con un passato nelle fila del Pistoia), nonostante i problemi fisici, accetta il nostro invito. Anche Federico Baroncini (Baroncio, classe 1958) si aggiunge ai tesserati. Sono i due attaccanti che ci mancavano. Ilario mette a segno gli ultimi tre importanti colpi, tre difensori che completano il reparto arretrato: Federico Bais (classe 1961), un appassionato anestesista di Monfalcone che ha disputato con noi il master prato di Brescia e due tornei indoor di Padova. A a sua volta, unisce al gruppo l’amico Ronald Jonker (classe 1966), olandese che si allena con la Fincantieri. Da Campagnano arriva Ribelle Paglioni (classe 1962) nostro compagno di squadra nell’ultimo campionato di serie B disputato nelle fila del Graffiti. Le prime parole di Filippo sono, come al suo solito, perentorie: “Maurizio, io non conosco la realtà del Master, la squadra è improvvisata, non ci siamo mai allenati insieme e farò quello che posso, ma la vostra disponibilità a farvi dirigere sarà fondamentale”. I problemi sembrano non darci tregua. Pagni è costretto a declinare l’impegno e lo stesso farà Baroncio. La squadra si riduce a otto elementi e questo innesca serie criticità, ma si decide di andare avanti. All’ultimo tuffo si inserisce nella rosa Claudio Affabris, del Graffiti. Bais e Jonker raggiungono Pistoia il giorno precedente la partenza, ed è qui che facciamo il nostro unico allenamento di squadra. Una breve partitella e qualche corto. Le parole dell’allenatore sono ancora una volta molto chiare: “Siamo contati, l’obiettivo è non farsi male e non sfigurare. Ho pensato ad un tipo di gioco per il quale ho bisogno della vostra totale disponibilità”. Siamo questi.”. Accompagnati da una scatola di cartone (quella che conteneva le maglie acquistate tramite Dario Cioni) che diventerà la nostra lavagna di simulazione della tattica di gioco (Filippo ha dimenticato la lavagnetta vera nella sua macchina a Firenze) e dalla determinazione che risulterà un’arma vincente.
Le squadre iscritte sono otto e la formula prevede due gironi all’italiana da quattro con semifinali incrociate tra le due prime classificate di ogni girone. La prima partita contro Brescia diverte, è abbordabile ed il risultato a nostro vantaggio, ne dà la prova. Borioni segna il primo goal della squadra, quello che rompe il ghiaccio in un gruppo che per la prima volta gioca insieme. Vinciamo 5 a 0 grazie a tre reti di Papini ed una di Vannucchi.
Contro Roma Capitolina è tutt’altra storia. Sulla scatola di cartone, la penna di Filippo suggerisce una tattica ben precisa: dobbiamo giocare in difesa, siamo senza attaccanti. La partita è nervosa fin dal principio, i romani non riescono a giocare come vogliono. Ma gli avversari non perdonano e, quando Fabio sbaglia il goal del vantaggio, subiamo l’uno a zero che segna la fine dell’incontro.
L’indomani incontriamo il CUS Pisa. La scatola di cartone impone un cambio di tattica e formazione: la partita riflette già la nostra stanchezza, ma Ilario segna il goal che ci assicura il passaggio di turno. In quel goal c’è tutto il senso della nostra determinazione. Attacchiamo, tiriamo ma non riusciamo a segnare. Anche stavolta la palla sembra andare incredibilmente a lato ma Ilario in tuffo entra in porta assieme alla palla. Siamo in semifinale. Ci aspetta l’Amsicora, squadra storica dell’hockey italiano, campione Master in carica da quando esiste il Master. Percepiamo il rischio di essere arrivati al capolinea.
Filippo ci incoraggia e le sue parole risuonano come una grande carica: “Ragazzi, ho buone sensazioni, ce la possiamo fare. Oggi saranno i difensori a fare goal e con Pompili in porta siamo al sicuro”. La qualità di gioco dei sardi è evidente, vanno in vantaggio subito, colpiscono un palo (che fà il pari con il nostro su corto) e Pompili si supera con un’intervento acrobatico su pallonetto ma la nostra determinazione ci tiene sempre in partita: Amsicora, qualità ed esperienza; Pistoia, volontà e cuore. Ribelle, su corto deviato da un avversario, ci assicura il pareggio. L’ultimo cambio di Filippo mi lascia incredulo: esce il nostro unico attaccante di ruolo ed entro io, difensore… ma quando, a due minuti dalla fine, riesco a deviare la palla in porta e condurre la squadra in vantaggio, la mia corsa di esultanza e condivisione verso l’ allenatore diventa il gesto più spontaneo e comprensibile. Siamo in finale.
L’entusiasmo e la gioia sono indescrivibili…la sensazione di star compiendo una grande impresa ci commuove, mentre la stanchezza comincia a rendere le gambe pesanti e il fiato corto. Federico è entusiasta, Ribelle soddisfatto del gruppo, Ilario è esplosivo, Borioni e Pompili tentano di riportarci con i piedi per terra, Fabio tace nella sua posatezza e Claudio, diventato il consigliere di Filippo, sorride… Ci aspetta la finale contro Roma Capitolina.
Ultima tattica: attenzione al senso di appagamento. La partita è difficile: i romani hanno una squadra pensata per vincere il torneo, sono i mostri sacri dell’hockey dei nostri tempi (De Bortoli, Dagai, Serpelloni, Rossi), ma in noi sta maturando l’ idea che si possa uscire vincenti dall’incontro. Ilario esce quasi subito per dieci minuti colpito dai crampi ma ormai la squadra gira anche senza il suo fondamentale apporto. Pompili domina fisicamente l’area, Borioni è il leader della difesa e non sbaglia un colpo, Bais e Jonker fanno egregiamente il loro lavoro sulle fasce, Ribelle segue come un’ombra De Bortoli, Fabio (nonostante una costola incrinata ed un ginocchio gonfio) torna al goal nel momento giusto e ci porta in vantaggio con una bella conclusione. I romani pareggiano nella ripresa, ma il match si chiude con il mio secondo goal al termine di una bellissima doppia triangolazione con Ilario che mette fuori gioco la difesa avversaria. La palla entra lentamente in rete ed il Master va a Pistoia. Pochi minuti dopo, ancora incredulo, appendo la medaglia ricevuta dal sindaco di San Vito al collo di Lucrezia, la ragazza di Filippo, per ringraziarla della sua presenza al nostro fianco ed abbraccio un sorridente Claudio, romano doc e grande promotore del movimento master in Italia, che tutto avrebbe pensato che diventare campione Master con il Pistoia.
Una bella storia di passione, amicizia e sacrificio.
La passione di chi continua a credere nelle proprie capacità.
Il sacrificio di chi condivide un obiettivo comune e, determinato, lo raggiunge.
Una storia che solo lo Sport può raccontare.

Ho voluto scrivere questo breve diario per far rivivere a tutti voi i momenti salienti di questa bellissima avventura e soprattutto per rendere il giusto ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato al Master, in special modo a coloro che, pur non pistoiesi, hanno dimostrato un attaccamento alla maglia ed alla squadra davvero eccezionale.
Li aspetto il prossimo anno per difendere il titolo, spero sul nostro campo di Pistoia!!

Maurizio Salvi (classe 1966)
Atleta e Consigliere HC Pistoia

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